

Dall’acqua alla terra, tra tradizioni e mestieri
Le cascine lombarde lungo i Navigli erano molto più di semplici fattorie: veri microcosmi di vita e lavoro, fulcro di un’economia rurale che prosperava grazie all’ingegno e all’abbondanza delle acque.
L’agricoltura era la base, con campi irrigati dalla fitta rete di canali che producevano cereali e foraggio. L’acqua era vitale per irrigazione, forza motrice dei mulini e trasporto. L’allevamento forniva latte, carne e concime.
Fiorivano numerosi antichi mestieri, come il maniscalco, cruciale per la ferratura dei cavalli. Il “camparo” (guardiano delle acque) l’oste (stazioni di sosta), il “sciostraio” (magazziniere). Le cascine erano centri autosufficienti e di aggregazione sociale, dove tradizioni e innovazione si fondevano, lasciando un’impronta indelebile nella storia e nel paesaggio lombardo.
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Cascina Castello
Settala
La Cascina Castello è un’azienda agricola ancora in attività. La cascina è organizzata intorno ad una grande corte con aia, case coloniche, castelletto, chiesetta, fienili. Nel castelletto (da qui il nome della cascina) e nella chiesetta è ospitato il Centro etnografico e storico-agricolo delle arti e tradizioni contadine.

Cascina Pagnana
Gorgonzola
Tipico esempio di cascina rurale delle terre asciutte. La cascina è un grande quadrilatero cintato. Oggi è stata ristrutturata dall’Associazione di Promozione Sociale “Pagnana Solidale” che, oltre ad abitarla, si occupa di sostenere e promuovere l’esperienza comunitaria.

Cascina Gogna
Bussero
Cascina Gogna (in corso di riconversione come area ricettiva) è una cascina cinquecentesca sorta inizialmente come abitazione signorile di campagna. A cavallo del XVIII e XIX assunse sempre più una vocazione agricola con corte rustica, porticato, loggiato, stalle.